Influencer marketing: tutti i numeri del 2020

In un momento delicato come quello che stiamo vivendo (emergenza sanitaria per Pandemia Covid-19, ndr), anche il Premier Giuseppe Conte ha ceduto: per arrivare alle orecchie e all’attenzione dei giovani non servono DPCM, né conferenze stampa – più o meno – a sorpresa. Servono gli influencer! Così ha contattato i migliori, i Ferragnez, e ha chiesto loro di veicolare l’importante messaggio “indossare sempre la mascherina”.

Gesto da apprezzare o da criticare? Continua a leggere e capirai i vantaggi dell’audace mossa del Presidente del Consiglio dei Ministri!

Influencer, si cresce!
Ad oggi possiamo dire che l’influencer Marketing è finalmente diventato grande.
I brand fanno sempre più uso degli influencer per comunicare alla propria audience e sono sempre più soddisfatti dei risultati. Secondo il Report Brand & Marketer di ONIM (Osservatorio Nazionale Influencer Marketing), che raccoglie le opinioni di un panel di oltre 600 professionisti, tra marketer ed esponenti di brand, il 14,9% degli intervistati ha attivato oltre 10 progetti costanti nell’ultimo anno e il 79,99% si dichiara da soddisfatto ad ampiamente soddisfatto dei risultati ottenuti.

Non è solo awareness. Parliamo di obiettivi
L’obiettivo principe è sempre lei: l’awareness. Ma la notorietà del brand non è più la sola!
Per il 23,88% delle aziende/brand intervistati risultano sempre più rilevanti obiettivi “complessi” legati a:

  • reputation (incremento della reputazione, umanizzazione del brand)
  • community (aumento dell’engagement, rafforzamento dei rapporti con la propria nicchia di mercato)
  • in coda anche obiettivi legati alla conversione verso siti o e-commerce.

Budget e campagne
L’Influencer Marketing non è più un gioco. Il 42% dei marketer coinvolti nelle interviste dichiara infatti di retribuire sempre i creator/influencer.
Perchè pagare?

  • per un controllo più stretto e definito nei contenuti
  • per avere la certezza della professionalità degli influencer coinvolti.

Su quali canali?
Instagram
è ancora il canale privilegiato per le campagne di Influencer marketing.
YouTube resta, invece, il canale più usato per progetti complessi, anche in virtù dei costi maggiori.
Da tenere d’occhio anche Tik Tok, sempre più amato e usato dagli utenti e dai creator, e Twich, più settoriale (gamer &Co.) ma in ascesa.

Small, medium o large? Chi scegliere.
Nella scelta degli influencer da coinvolgere, cala sensibilmente l’utilizzo dei nano-influencer (>10.000 follower) che passano dal 24,2% al 16,3% del 2019, non sempre così professionali e qualitativi, mentre diventano sempre più chiave i micro più “alti” (da 30.000 a 50.000), con un incremento nel 2020 dal 16,9% al 22,25%.
Ma la crescita più considerevole è sugli influencer più rilevanti: il cluster tra 50.000 e 100.000 follower passa dal 13,7% al 18,7%, mentre quello sopra i 100.000 fa un balzo importante da 9,7% a 13,1%.

L’influencer Marketing ha dimostrato negli ultimi anni di sapersi adattare alle esigenze dei brand e degli utenti, evolvendosi e accrescendo la propria autorevolezza.

Alla luce di questi numeri, il Premier Conte ha fatto la mossa giusta contattando i Ferragnez. Tu puoi chiamare i professionisti YES e scoprire come anche il tuo brand può crescere con progetti mirati di Influencer Marketing!