TIKTOK: COS’È E PERCHÉ PUÒ ESSERE PREZIOSO PER LE AZIENDE

TikTok: un nome che richiama un suono, ed è questo uno dei caratteri differenziali dell’applicazione che ha scalato, in pochissimi mesi, le classifiche di download fino al record di 63 milioni di scaricamenti worldwide ad agosto scorso – superando top player del mondo social quasli WhatsApp, Facebook e Instagram.

Ma come può un’applicazione semi sconosciuta raggiungere un successo planetario così repentino? In una parola: Cina. Sì, TikTok appartiene alla società cinese Bytedance, valutata oggi 100 miliardi di dollari e considerata la più forte start-up del mondo. Start-up che, nel 2017, ha deciso di fondere due realtà, TikTok – allora conosciuta poco più che in Indonesia e non particolarmente utilizzata – e Musical.ly, app di sync musicale che stava iniziando a spopolare anche in occidente. Il risultato? Beh, una crescita esponenziale senza (molti) eguali.

Cinesi a parte, quattro sono le caratteristiche fondamentali che differenziano TikTok dal resto del panorama dei social media:

  1. Il target -> la generazione Z (o Post-Millennials, iGen, Centennials, Zoomers o come si voglia chiamare quella fetta di popolazione nata dopo la metà degli anni ’90) aveva bisogno di un nuovo luogo / non-luogo virtuale, ça va sans dire, per esprimersi. Sì perché Facebook, col tempo, è invecchiato: pensate che, negli ultimi tre mesi del 2018, ha perso 10 milioni di utenti tra i 13 e i 17 anni, compensando il gap con altrettanti utenti over 55. E Instagram, non era quello il social dei ‘giovani’? Ni, il core dei ventenni si sta spostando sempre di più e, nonostante una fetta importante (circa il 30%) rimanga sugli universitari, il range 35-40 è in netta crescita, intorno al 20%, a cui segue quello 24-30. Un nota bene è però d’obbligo: anche l’età media su TikTok, pian piano, sta aumentando. Quale sarà la prossima mossa?
  2. Il content -> non ce ne vogliano i video-maker, i cineasti o i cinefili puristi del mercato indipendente, ma qui, su TikTok, tutti possono essere dei video creator da urlo. Sì perché la piattaforma dà moltissime possibilità di personalizzazione (filtri, stickers, suoni, transition e altri elementi) e, in poche mosse abbinate a una bella dose di creatività, possono uscire risultati notevoli. Non per niente si parla già di una nuova funzione di Instagram che si chiamerà Clips e permetterà proprio di creare Stories in stile TikTok. Alex Zhu, co-fondatore di Musical.ly e ora vice presidente senior di TikTok ha dichiarato: Vogliamo catturare la creatività e la conoscenza del mondo sotto questo nuovo nome e ricordare a tutti di fare tesoro di ogni prezioso momento della vita. Combinare musical.ly e TikTok è una scelta naturale data la missione condivisa di entrambe le esperienze: vogliamo dar vita a una comunità in cui tutti possano essere creatori.
  3. Il mood -> non serve essere cool, né tantomeno sempre al top, anzi, una componente fondamentale della vita della community su TikTok è la naturalezza, anche nel mostrarsi in situazioni imbarazzanti – non per niente l’aggettivo più usato negli States per descrivere l’app è cringe
  4. La challenge -> ogni settimana l’app propone una sfida da portare a termine. Per esempio, cambiare look il più velocemente possibile o realizzare un certo make-up in pochi secondi. Sfide che mantengono alto il livello di attenzione, curiosità verso il nuovo, coinvolgimento e produzione di contenuti.

Caratteristiche, tutte, che hanno iniziato ad attrarre anche gli influencer: dapprima i teen, da Luciano Spinelli, 19 anni e 7 milioni di follower, passando per la youtuber Sofia Viscardi, fino a Elisa Maino, sedicenne famosa per essere stata la prima italiana ad abbattere la soglia del milione di fan – poi anche alcune (sempre di più) top celebrity: Michelle Hunziker, Fiorello, notizia fresca è l’apertura di un account ufficiale di Chiara Ferragni, che ha collezionato ben 135K follower nel suo primo giorno ‘di scuola’.

Caratteristiche, tutte, che hanno iniziato ad attrarre soprattutto le aziende: Sephora, Guess, Wired Italia, il club ufficiale della Juventus per citarne alcune. Sì perché non si tratta di una mera questione anagrafica – quindi della possibilità di raggiungere il target più giovane – ma anche delle modalità di ingaggio: non c’è hub più adatto alla generazione di ugc (user generated content) di TikTok e il contenuto generato dagli utenti dà il via a quel meccanismo di ambassador e buzz social preziosissimo per un brand. Infatti, oltre a poter creare un account aziendale e fare adv, un’azienda presente su TikTok – che ha budget da investirvi naturalmente – può anche lanciare hashtag challenge, stimolando la community a realizzare video su un tema specifico usando un # dedicato. Se alla sfida, poi, abbiniamo un bel pack di influencer in linea che spingano la challenge sempre attraverso contenuti originali, ecco che il circolo virtuoso prende il volo.

TikTok. Chi è? Una bomba da monitorare seriamente.