Si parla sempre più spesso di Digital Transformation, ma per trasformare qualcosa bisogna prima conoscerla. Seppur in Italia 9 persone su 10 accedano a internet regolarmente e il 65% di queste sia registrata alle principali piattaforme social, vi è ancora una sorta di diffidenza nei confronti del linguaggio specifico del web (ormai) 4.0.
Non c’è da stupirsi, siamo di fronte a un sistema semantico-lessicale estremamente ricco e in costante, rapido sviluppo, proprio come i canali su cui esso transita. Ma vediamo di fare un po’ di chiarezza, concentrandoci sui termini di uso più comune che possano essere interessanti sia per i singoli utenti che per le aziende.
Account = utenza
No, non la figura di agenzia che si occupa del rapporto con il cliente. Account, in digital-speech, è il profilo privato (mail + password) che un utente può settare per accedere a CMS, caselle mail, social network. Il vostro profilo Instagram, per esempio.
Admin = amministratore
No, non quello di condominio – ma come lui l’amministratore di sistema è il responsabile di quel sistema. Colui che ha, in termini digital, il più alto livello di libertà nella gestione e modifica di tutte le impostazioni.
ADS = pubblicità
Questa sì che è un’abbreviazione, di Advertising. Sta ad indicare tutto quello che, sul web, è promosso con un budget. Gli annunci di Google Adwords, i post sponsorizzati su Facebook e Instagram, le campagne su LinkedIn, etc.
ALGORITMO = schema, sistema di calcolo
Se avete una pagina Facebook certamente ricorderete quando, a cavallo tra il 2017 e il 2018, Facebook ha lanciato un aggiornamento che ha visto calare drasticamente la reach dei contenuti di tutte le pagine pubbliche. Ebbene, è successo perché l’algoritmo ha iniziato a dare priorità ai post di amici rispetto a quelli delle aziende. Sì, è l’algoritmo che stabilisce l’ordine dei contenuti nel feed.
AR = realtà aumentata
Avete visto le novità di Facebook Ads che permettono di far “provare virtualmente” un prodotto all’utente proprio come se fosse in negozio, ma con un semplice touch dal proprio smartphone? Ecco.
Backend = interfaccia privata
Se avete un sito, è la piattaforma a cui avete accesso come amministratori da cui potete modificare e aggiungere contenuti. Al contrario del Frontend non è visibile né accessibile all’utente.
BID = quota
Quando investiamo in Search, quindi vogliamo posizionare una determinata parola chiave sui motori di ricerca a pagamento, dobbiamo per forza stabilire il costo massimo che siamo disposti a pagare. Piacere, BID.
Blog = diario
No, non è quel diario cartaceo che tenevamo a scuola, ma un sito – generalmente verticale di settore – su cui pubblicare articoli e notizie. Oggi il trend è sempre più quello di avere una sezione blog interna ai siti corporate, per migliorarne il posizionamento organico e catturare l’attenzione dell’utente con argomenti editoriali.
BOT = robot
È un programma dotato di intelligenza artificiale che può automatizzare comportamenti specifici e interazioni. Pensate per esempio ai chatbot su Messenger: vi è capitato di scrivere a una pagina e venire introdotti in un sistema guidato di FAQ? Perfetto, sono infatti sempre più utilizzati per razionalizzare i flussi di informazioni e alleggerire il lavoro del customer service.
Bounce rate = percentuale di abbandono
Se avete un accenno di dimestichezza con Google Analytics, è un indicatore essenziale per misurare l’appetibilità e la navigabilità di un sito internet. Tradotto: rappresenta gli utenti che atterrano su un sito ma lo abbandonano prima di visitare altre pagine.
BRAND AWARENESS = notorietà del marchio
Tra gli obiettivi prioritari di qualsiasi realtà: se il pubblico non la conosce, come potrà sceglierla e continuare a fidarsi di lei?
BUZZ = passaparola
Generare quello spontaneo è il sogno di qualsiasi Social Media Manager che si rispetti.
Caption = testo di accompagnamento
Il commento scritto per dare un titolo o spiegare foto / video pubblicati su Instagram. Fatelo breve, Instagram è un network visivo (e infatti la caption è piccolina, posizionata sotto il media).
CLOUD = spazio di archiviazione
Un luogo virtuale accessibile da qualsiasi dispositivo attraverso una connessione, in cui si possono salvare e organizzare file. Dimentichiamoci le chiavette usb, c’è Dropbox.
Copy = simil caption
In questo caso viene pubblicato sopra al post Facebook: quindi i testi, qui, hanno ancora un valore, ma non fateli biblici.
Community = gruppo
Account open in cui confluiscono gruppi di utenti generalmente accomunati da un interesse / settore.
Content Marketing = fare marketing con buoni contenuti
Questo è complesso da tradurre in poche righe, ma sappiate che oggi nessuna azienda può esimersi dal content per raggiungere i suoi obiettivi. Chiaramente la creazione e la pianificazione di contenuti editoriali (articoli su blog, rubriche social, video viral, contest, etc) deve essere integrata in un piano più completo di Inbound e Performance Marketing, ma lo storytelling fa la differenza.
Cookie = file tracciante
A noi piacciono anche quelli al cioccolato, ma è grazie a questi biscotti virtuali che possiamo analizzare il comportamento degli utenti sui siti web e fare operazioni di retargeting / remarketing.
CPA, CPC, CPM = costo per
- Costo per Acquisition / Action: paghi in base al numero di conversioni ottenute
- Costo per Click: paghi in base al numero di click sul contenuto
- Costo per Mille: paghi in base alle visualizzazioni, nello specifico ogni 1.000 impression.
CTA = invito all’azione
Si tratta di un pulsante o un elemento posizionato all’interno di un contenuto (es. la pagina di un sito, una newsletter, un post) per stimolare l’utente a compiere una determinata azione. I più diffusi sono: scopri di più, clicca qui, contattaci, acquista ora, effettua il download, etc.
Digital PR = stimolazione del dialogo online
Tutte quelle azioni volte a massimizzare il “far parlare di”. Pensate all’importanza, per un brand, di ricevere menzioni, avere commenti sui suoi contenuti e recensioni positive.
ENGAGE = interazione
Quanti like e commenti ottengono i vostri contenuti? Questo è l’engage. Se sommate quelli di un singolo post e dividete questa somma per il numero di follower del vostro profilo, ecco che ottenete l’Engagement Rate.
FEED = schermata principale
Sui social, equivale alla home – dove viene mostrato, in base all’algoritmo del network, il flusso di contenuti.
FOLLOWER = chi segue un profilo
Esattamente l’insieme di utenti che segue un determinato profilo. Il termine si usa sia su Instagram che su LinkedIn, mentre per Facebook si parla di fan.
FOLLOW-BACK = in pratica, ricevere per dare
Tecnica piuttosto usata su Instagram, consiste nell’iniziare a seguire un profilo soltanto dopo che questo ha iniziato a seguire il nostro.
GEOTAG = localizzazione
L’indicazione di un luogo fisico allo scopo di localizzare un contenuto. Pubblico su Instagram un’immagine scattata a Milano? Aggiungo il Geotag Milano, entrando nel flusso dei contenuti di Milano.
GIF = formato immagine
Rispetto ai .jpg e .png, la GIF può essere animata.
HASHTAG = etichetta
Sui siti si parla di label, sui social, invece, si può associare un contenuto a un determinato argomento utilizzando il cancelletto (#) prima della parola che lo identifica. Per esempio, pubblico la foto di una cucina e decido di usare #kitchen. Su Instagram se ne possono aggiungere ben 30 per contenuto, su Facebook meglio evitarli quasi sempre.
HYPE = aspettativa
Intercettando un desiderio o una curiosità da parte degli utenti, si può creare un meccanismo di grande aspettativa intorno a un evento o al lancio di un prodotto. In marketing, è uno strumento da cavalcare.
IMPRESSION = visualizzazioni
Il numero di volte in cui un contenuto viene visualizzato. Non corrisponde alla copertura, che rappresenta invece il numero di utenti unici che hanno visualizzato un contenuto. Es. Tizio vede per 10 volte un contenuto, Tizio conterà 10 impression ma solo 1 in termini di reach.
INSIGHT = statistiche
L’insieme dei dati disponibili ai profili business (pagine pubbliche e profili aziendali) che mostrano l’andamento dell’account e permettono di analizzare il comportamento degli utenti all’interno di esso.
K = money
Questo non crediamo di doverlo spiegare.
KPI = indicatori
In web analytics, sono misuratori delle performance di un sito sulla base degli obiettivi prefissati.
Lead generation = acquisizione di contatti
Tutte quelle attività messe in atto per reperire contatti potenzialmente interessati al business aziendale. Con un database qualificato si ha, infatti, la possibilità di generare conversioni.
LIKE = mi piace
Sappiamo che lo sapete.
NATIVE = pubblicità contestualizzata
A differenza dell’adv tradizionale, che interrompe la navigazione dell’utente, il Native Advertising è camaleontico e assume l’aspetto dei contenuti del sito su cui è inserito. L’esperienza dell’utente, quindi, rimane nell’ambito editoriale seppur si tratti di un formato ibrido chiaramente mirato a promuovere.
POP-UP = banner temporizzato
Una finestra che si apre automaticamente durante la navigazione su un sito o all’interno di un’app. Può essere impostato per aprirsi e chiudersi dopo alcuni secondi, oppure per restare fisso una volta apparso, con la famosa X di chiusura posizionata… da qualche parte.
PROGRAMMATIC = pubblicità online visibile per target
Grazie ai cookie che abbiamo visto prima, è possibile investire in pubblicità mirate che raggiungano solo gli utenti interessanti per l’azienda. Non parliamo, quindi, di banner in posizioni fisse su portali generalisti o di settore, ma di creatività lanciate in rotazione per raggiungere un determinato numero di visualizzazioni su un target specifico.
REACH = copertura
Il famoso Tizio di prima che vale 1.
REFERRAL = sito di provenienza
Da dove vengono i nostri utenti? Argomento interessantissimo in termini di link building.
REPOST = ripubblicare
Sui social, si tratta della condivisione di un contenuto pubblicato da qualcun altro. Mentre su Facebook è sufficiente il tasto “share”, per Instagram bisogna usare applicazioni esterne (tranne quando veniamo taggati nelle stories).
Sentiment = opinioni
Oltre alla quantità, è sempre più importante la qualità. Cosa pensano gli utenti? Sono soddisfatti dell’esperienza con il brand? Come ne parlano? Ecco che analizzare il sentiment, appunto, risulta strategico in termini di reputation e potenziali brand ambassador.
SEO = ottimizzazione organica
Acronimo di Search Engine Optimization, è un’attività vitale per un sito web. Parliamo di tutte quelle azioni (struttura, url, metadati, testi, etc) volte a posizionare un portale e i suoi contenuti tra i risultati organici dei motori di ricerca. Se qualcuno cerca su Google qualcosa in linea con la mia attività, io voglio esserci – e in prima pagina!
SERP = risultati della ricerca
Esattamente quanto ci restituisce Google quando cerchiamo qualcosa.
SPAM = comunicazione indesiderata
Sinonimo di posta spazzatura: quella che puntualmente ci finisce nella cartella indesiderata perché arriva da indirizzi generici non verificati o sconosciuti.
TAG = menzione
Se per gli hashtag si utilizza il cancelletto, per i tag e le mention abbiamo la chiocciola. Sui social, si traduce nella possibilità di linkare un nostro contenuto a un altro profilo. Avete presente “tagga i tuoi amici”?
UI = studio visivo
Strettamente connesso allo UX design – vedi sotto – è quella branca della grafica che si occupa di sviluppare l’interfaccia visual di un sito.
USERNAME = nome utente
Conosciuto dai più come “nickname”, è il nome pubblico scelto per identificare un account. Chi vorrà menzionarlo, dovrà usare @username. Insieme alla password, consente l’accesso al profilo da parte dell’amministratore.
UX = esperienza dell’utente
Qualsiasi pagina web deve essere intuitiva, facilmente navigabile e piacevole da fruire. Per questo i siti devono sempre essere studiati in chiave di User Experience design.
Ce ne sono anche altri, ma a nostro parere imparando questi si può già fare un piccolo passo verso la comprensione del mondo digital e di tutto quello che vi ruota intorno.